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Cyrano de Bergerac non è stato solamente l'appassionato spadaccino narrato da Rostand alla fine dell'800. Fine studioso e originalissimo letterato, fu anche e soprattutto uno degli esponenti più significativi e originali del libertinismo seicentesco. La sua opera principale, "L'Autre Monde", composta dai due romanzi filosofici "Les États et Empires de la Lune" e "Les États et Empires du Soleil", descrive attraverso l'ironia mondi "altri", non-luoghi fantastici, punti di vista diversi dai quali guardare la nostra terra. Il volume riflette su due aspetti dell'utopia cyraniana: la forma delle città, che sulla luna si muovono o si avvitano nel terreno, e l'autorità politica, che, nella perfetta repubblica solare degli uccelli, svela inaspettati tratti "demoniaci". L'utopia di Cyrano contiene in sé, tra le righe, la propria autocritica e può così essere letta mettendo a frutto la categoria foucaultiana di "eterotopia". Ricca di significati che sovrappongono in maniera multiforme il piano reale con quello ideale, essa interroga l'uomo e la sua ridimensionata posizione in una natura nella quale non esistono gerarchie tra gli esseri che la compongono.